Sentiamo spesso parlare di personal branding, soprattutto in relazione alla digital reputation. Cos’è esattamente? Il personal branding è un lungo e articolato processo di costruzione della propria identità e di comunicazione dell’immagine di se stessi a un pubblico. Letteralmente, significa proprio essere visti dalle persone come una sorta di brand. Che vantaggi derivano dal fare personal branding? E come si fa? In questo articolo diamo risposta alle domande appena poste.
Personal branding: cosa significa?
Ora come ora, l’attività di personal branding è strettamente legata al mondo del web. Per questa ragione, oggi possiamo parlare di web reputation per riferirci alla costruzione e comunicazione del proprio brand personale, nei tanti e variegati contesti del mondo digital.
Si fa personal branding attraverso l’utilizzo dei propri profili sui social network, curando e pubblicando articoli di un blog, grazie al proprio canale Youtube. Quel che è importante sottolineare è che, qualunque sia lo strumento utilizzato per essere presenti nel web, il personal branding si fonda su alcuni principi. Ciò sta a dire che non basta pubblicare post, storie e video per potersi definire un brand.
Prima di tutto, fare personal branding è in stretta connessione con la creazione di una propria immagine pubblica. Chi può fare ciò? Potenzialmente chiunque. A grandi linee, giusto per orientarci meglio nel discorso, i soggetti che fanno personal branding sono:
- professionisti;
- influencer;
- blogger;
- personalità legate a specifiche realtà aziendali.
Per le organizzazioni e le aziende si parla più propriamente di brand awareness, una forma di reputazione del brand e riconducibile all'entità organizzativa/aziendale e ai suoi servizi/prodotti. Per i singoli individui possiamo, appunto, parlare di personal branding.
Infatti, sfruttando al meglio i canali digitali, professionisti, influencer (o aspiranti tali), blogger e personalità a vario titolo possono creare una sorta di propria brand identity e relazionandosi a un pubblico interessato. A cosa? A specifici interessi settoriali: attività professionali, tecnologia, moda, viaggi e così via.
E considerato che ormai nel web si è detto quasi tutto su ogni cosa, a maggior ragione diventa importante che tu sia in grado di creare la tua propria identità per essere riconoscibile.
Personal branding: identità, costanza, coerenza
Come dicevamo, la meccanica condivisione di contenuti di qualsiasi genere nel web non fa di te un brand. Per dire che fai personal branding, bisogna che tu abbia comunicato in modo molto esplicito chi sei, cosa fai, quali sono i tuoi interessi a un pubblico - la rete dei contatti. Ad esempio, se sei un professionista, ha senso fare personal branding per condividere con le persone qual è il tuo lavoro, come lo fai, quali soddisfazioni ti procura, quali responsabilità comporta, quali sono le tue aspettative per il futuro.
Poniamo che tu sia un food blogger: il tuo personal branding si fonda sul modo in cui ti dedichi alla cucina, ne parli e ne condividi i valori. Sono questi messaggi che ti permettono, nel tempo, di saldare nella mente delle persone un'idea: sei una persona esperta nel food blogging.
A questo punto, sono stati messi in luce due aspetti molti significativi del personal branding: la costanza e la coerenza. Se fatta nella maniera adeguata, la comunicazione di te stesso come brand fa in modo che si raccolga intorno a te la community.
La community non va confusa in alcun modo con la fan base. Essa è costituita dalla rete di contatti che con te interagisce con costanza e impara a conoscerti sotto una certa veste: lo chef vegano, il professionista della comunicazione digitale, il personal trainer, il travel blogger e così via. La community è la rete di persone che a tutti gli effetti dà fiducia, senso e valore al tuo personal branding.
Se perdi in costanza e credibilità, la community è tradita e il tuo branding crolla: sii consapevole di questa dinamica, che il web amplifica anche dismisura. La comunicazione della propria identità digitale è razionale, per forza di cose.
Per dirla in termini piuttosto diretti, pubblicare gattini per dire quanto si è dei bravi avvocati non è un’idea brillante!
È molto semplice: se vuoi dedicarti al personal branding, devi trasmettere anche un forte senso di affidabilità. E poiché conquistare la fiducia del pubblico non è semplice, devi far sì che tutto ciò che esprimi sia coerente con i tuoi valori e con ciò che effettivamente fai. Ed essere utili a chi ti segue è la chiave dell'interesse e della fiducia: lascia perdere i gatti e spiega in modo semplice come tutelarsi nel mondo del lavoro, ad esempio. Costruire una solida web reputation richiede tempo e pazienza, ma demolirla può richiedere un nanosecondo. È fondamentale:
- essere presenti in rete, con costanza, perché, se sparisci, le persone si dimenticheranno di te in un attimo;
- mostrare di essere sempre fedeli ai tuoi valori, perché sono essi a fare da collante tra la community e te;
- seguire e assecondare in modo intelligente e, secondo una prospettiva a lungo termine, i cambiamenti del web.
A ben vedere, tutto questo richiede intelligenza, impegno e tempo. Ne vale davvero la pena? Ora ti spieghiamo perché noi pensiamo di sì.
Perché è importante il personal branding?
Abbiamo visto che il personal branding è una cosa seria. È una cosa seria perché si fonda sulla comunicazione di se stessi, del proprio lavoro/passioni. Il messaggio condiviso fa in modo che si crei una rete di relazioni e interazioni. Una buona community è costituita da potenziali:
- collaboratori;
- clienti;
- datori di lavoro;
- audience influenzabile.
Per esprimere il concetto in modo un po’ prosaico, se sei riuscito a dare un’immagine di te da professionista/esperto di un settore, anche di nicchia, allora è puoi venderti meglio.
È proprio così e va inteso in senso assolutamente positivo: costruisci la tua reputazione e otterrai vantaggi tangibili nello stringere relazioni con persone con cui collaborare, lavorare, formare, a cui puoi vendere servizi. In fondo, il personal branding riconduce a mondo che esiste da tempo, da molto prima dell'avvento di Internet: le pubbliche relazioni.
Tradotto in termini ancora più pragmatici, un blog personale, un profilo Instagram o LinkedIn si trasformano a tutti gli effetti nel tuo biglietto da visita digitale.
Ricorda solo che una volta che hai iniziato a ballare, devi continuare a farlo.
Canio Caprarella, Bruna Picchi